martedì 10 agosto 2010

Galeria antica, ovvero, anche noi abbiamo le nostre città fantasma…



Scrivo questo post con un pensiero particolare per tutti coloro che amano in special modo le passeggiate in luoghi remoti e abbandonati, dove le testimonianze di una presenza umana, ormai passata da tempo immemore, vengono gradualmente ma inesorabilmente sopraffatte da una natura rigogliosa e lussureggiante, libera finalmente di svilupparsi senza vincoli e costrizioni…

L'arco di ingresso all'antico borgo, 
sito nella via etrusca di accesso.
Non ci troviamo in qualche landa desolata del Far West, né tanto meno in uno scenario apocalittico di abbandono, bensì ad appena una trentina di chilometri da Roma, nelle vicinanze dell’insediamento di Santa Maria di Galeria. E’ da un sentiero come tanti, raggiungibile da Via S. Maria di Galeria, che la nostra avventura ha inizio…
Addentrandosi all’interno, infatti, si percorre una strada battuta, dapprima in buone condizioni (fino a qualche anno fa non c’era alcun cancello che ne bloccasse l’accesso in macchina dalla via principale), che a un certo punto si inoltra nel bosco mediante due sentieri paralleli, il primo, molto più bello, celato fra gli alberi e al fresco, l’altro, più largo, che un tempo fungeva da stradina di accesso per le macchine, quando ancora la strada di accesso era aperta. Entrambi i sentieri conducono a una piccola radura (l’ex parcheggio), dalla quale si dipanano due strade, la prima è l’antica via etrusca risalente a circa 3000 anni fa, che si inerpica sulla collina e sale fino al centro abitato. Si tratta della via di accesso principale, sulla quale si aprono due archi di ingresso alla città e dalla quale si accede a quello che fu un tempo il cuore, il centro, del borgo stesso e che, ora, ospita i resti degli edifici più alti e meglio conservati. 

E' qui che hanno inizio gli edifici
L’altro sentiero porta giù, verso la cascatella del fiume Arrone, che scorre ai margini dell’antico borgo, e consente di raggiungere la parte bassa dell’insediamento, nella quale resiste ancora il vecchio ponte sull’Arrone e da dove è possibile accedere a una varietà di abitazioni tardo-medioevali e cunicoli di più antica costruzione, su entrambe le sponde del fiume. Segnalo che questo secondo sentiero risulta quasi invisibile dalla radura di accesso, in quanto coperto da rovi, tuttavia la strada si riapre quanto più ci si avvicina al ponte e alle rovine. Nel nostro caso, pur essendo informati dell’esistenza di questo secondo sentiero, lo abbiamo individuato dopo essere scesi al fiume dalla parte alta della città.

Il luogo è molto suggestivo, Galeria è un antichissimo insediamento, si ritiene che risalga addirittura agli Etruschi, che lo battezzarono Careia. In epoca romana, fino al Rinascimento, fu teatro di alterne vicissitudini, dalle invasioni normanne e saracene alle dispute per il suo possesso fra le famiglie nobili della zona.



Si narra che ospitò persino l’imperatore Carlo V, ma che, a partire dal 1500, la città andò incontro a un lento ma inesorabile declino, aggravato dalla presenza della malaria che infestava l’Agro romano a partire dal 1700. Gli ultimi abitanti della città, ormai già ridotta in rovina, la abbandonarono nel 1809, per fondare l’insediamento di S. Maria di Galeria, circa 4km più a Nord e al riparo dalle esondazioni del fiume Arrone. 



Foto a destra e in basso: il Campanile della Chiesa di Sant'Andrea, la Chiesa più importante di Galeria, consacrata nel 1204. Nel 1774 venne installato l'orologio di cui ancora oggi restano tracce, il quale fu spostato nella vicina S. Maria in Galeria nel 1822. Si tratta dell'edificio più alto della città, l'unico che emerge ancor oggi dal bosco, a indicare la presenza della città morta.














Da allora, la città morta è stata inghiottita da una fitta boscaglia e i suoi unici abitanti sono un’ampia varietà di piante e animali del bosco quali volpi, istrici, cinghiali…





Se, da una parte, lo stato di abbandono attribuisce al borgo un fascino unico, è altrettanto importante sottolineare che, se in un prossimo futuro non verranno intrapresi lavori di restauro o di tutela, gli edifici ancora in piedi continueranno inesorabilmente a sgretolarsi (complice l’instabile suolo tufaceo sul quale è eretta) e quest’incredibile testimonianza del nostro passato potrebbe andare irrimediabilmente perduta.

La piazza, centro urbanistico e sociale di Galeria, ospitava i principali servizi: il forno, la casa del ballo, la casa del Governatore, l'ingresso del Castello ed una Chiesa.




Oggi i ruderi sparsi nella fitta vegetazione, esprimono, oltre all'aspetto romantico delle rovine nel bosco, la compenetrazione tra elementi architettonici e aspetti naturalistici. 




L'inscindibilità tra aspetti naturalistici ed i beni culturali dell'area determina l'esistenza stessa di un "biotopo rovina", nel quale è possibile osservare la monumentalità dei luoghi e la riappropriazione degli spazi da parte della natura. La particolarità del luogo, infatti, non risiede tanto nelle caratteristiche storico-artistiche del complesso architettonico quanto nell'armonia che si è realizzata nel legame tra architettura e paesaggio. Per questo Galeria è stata meta di molti artisti e viaggiatori dell'ottocento che con il disegno fissarono aspetti pittoreschi del complesso architettonico, oppure rappresentarono la spettacolarità della natura e del paesaggio.



Dell'antica Careiae, insediamento dalle probabili origini etrusche, rimane il vecchio tracciato viario che conduceva all'abitato, in alcuni punti, come questo, ricavato nelle formazioni vulcaniche incoerenti. Grazie a questa opera, tipicamente etrusca, è oggi possibile osservare le formazioni geologiche, rappresentate in quest'area dai prodotti vulcanici dell'apparato sabatino (lave, tufi litoidi e tufi stratificati incoerenti). Qui è umido quasi tutto l'anno e ciò permette la crescita di muschi e felci sulle pareti rocciose.



 Curiosità




Il fantasma “senz’affanni”
Un’antica leggenda del luogo narra la storia di un fantasma menestrello di nome “Senz’affanni”. Morto circa trecento anni fa, torna puntualmente ogni anno, tra le antiche mura di Galeria cantando e suonando per la sua amata donna in sella ad un bellissimo cavallo bianco. Ma la leggenda sembra aver preso vigore tra coloro che asseriscono di sentire il rumore di zoccoli e un suono simile ad un lamento che proviene dalla valle sottostante l’antico abitato. Le stesse persone asseriscono di averlo sentito specialmente in inverno durante le piene del Fiume Arrone. Chi non crede alla presenza del fantasma sostiene che il rumore che si ode, accompagnato da un sibilo simile ad un lamento, altro non è che lo scorrere impetuoso del Torrente Arrone sulle rocce nel punto in cui questo attraversa alcune cavità sotto il borgo.

Le origini del Borgo di Galeria si perdono nelle nebbie del tempo; il luogo dove oggi sorge solitaria e fascinosa, fu probabilmente abitato già da epoche remotissime vista la sua posizione strategica estremamente favorevole.
Le fonti bibliografiche utilizzate per ricostruire la storia di Galeria sono confuse e contraddittorie. Alcuni autori attribuiscono l'origine del nome all'antica tribù latina dei "Galerii", di cui non si conosce il territorio di derivazione.
Alcune fonti attribuiscono la nascita del sito alla civiltà etrusca, quando l'abitato che qui sorgeva prese il nome di "Careia", un centro di media grandezza, posta sul confine rappresentato dall'asta del fiume Arrone, dei territori di Veio e Cerveteri.


La varietà di ambienti in un territorio cosi ristretto determina una composizione faunistica ricca e di pregevole interesse.





Per maggiori informazioni di carattere storico, potete consultare questi siti:

4 commenti:

  1. Il probo cittadino Pirlis13 agosto 2010 alle ore 15:18

    Che atmosfera fantastica!

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  2. proprio oggi volevo andare a visitare questo posto ma nel punto dove diversi siti mi avevano detto che c'era l'ingresso,in via di s. maria di galeria 691, ho trovato un cancello chiuso con relativi cartelli di vietato ingresso, proprietà privata, ecc...tu da dove sei entrato?

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  3. Ciao, si entra da lì... Il cancello lo devi superare, se ci fai caso accanto c'è un sentiero, da dove puoi passare comodamente. Il terreno è di proprietà di non so quale ordine religioso, per questo vedi i cartelli, ma vai pure tranquillo... ;-)

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  4. ciao,io ho superato il cancello e al bivio,c'era una stradina che saliva e che conduceva a un casale con relativi cani rabbiosi..insomma era proprio una casa abitata!passando per l'altro sentiero invece ti immergevi nella natura...ma mi sa un po' troppo!!io per l'erba alta non sono riuscita a proseguire,in realtà cominciava a calar la sera e non ho insistito oltre. però un altro sito consiglia di prendere a quanto pare una strada alternativa,cioè dalla braccianense,oltrepassato il bivio che porta da una parte a celano e dall'altra al mare,vai avanti per 2km e poi sulla sinistra trovi un cancello e una stradina.si va da lì?perchè io sono passata invece percorrendo via santa maria di galeria,riscontrando però i problemi che ti ho detto...

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